In piena sintonia con il subbuglio Sessantottino milanese, i miei genitori pensarono bene che in tutta quella confusione una partecipazione attiva era più che doverosa, e sotto ogni punto di vista: fu così che venne alla luce la Cris, nientepopodimeno che la sottoscritta stessa, Cristina Turati. Già in tenera età infatti, il caos creativo e la forza dirompente della fantasia sfociavano in mano mia su tutti i fogli, muri e angoli della casa, con la disperazione di mia madre e il benestare di mio padre.
Nella dinamica Milano anni ‘70, dirimpettaia e amica di famiglia di un tal signor teutonico-Richard Sapper, designer di fama mondiale, cresco in un quartiere multiculturale; giovanissima i primi viaggi avventurosi senza mamma e papà, creativa compulsiva, già in pre-adolescenza ho le idee piuttosto chiare su quel che sarebbe stato il mio futuro professionale. Mi iscrivo al liceo artistico Hayez dove finalmente posso sperimentare e sperimentarmi fino alla delineazione, seppur mutevole nel tempo, del mio stile. Sono anni frenetici e tutto cresce rapidamente: mi apro la strada verso ciò che sarà la mia vita professionale: grafica pubblicitaria, Art director, illustratrice. Dopo un breve periodo presso la Facoltà di Architettura, abbandonata per varie vicessitudini della vita, mi butto a capofitto nel lavoro.
Reagisco. Imparo. Cresco.
Fortemente ispirata da artisti quali Milo Manara, Wahrol, Crepax, Bruno Bozzetto, Keith Haring, i primi Manga giapponesi, amo definirmi un’artista Pop Chic: un mix di anni ‘70 e ‘80 che si rivela in un tratto dalla linea continua, spazi bianchi spezzati, abbondanza delle forme e dei colori, femminilità, dolcezza e una serie di volti di donna che rappresentano, al limite dell’ossessione, le “tante Cris” che abitano in me e nell’essere umano in sé.
“Ieri, oggi, e domani?…”
L’ironia mi ha sempre portata a un sereno squilibrio tra arte e realtà; la sete di novità e la voglia di superare me stessa mi spingono ad allacciare nuove collaborazioni ed ispirazioni.
C’ho i salmoni che mi salgono nel cervello. Cit.